La verità non è una somma di opinioni   

Cooperare passivamente con un sistema ingiusto rende l’oppresso tanto malvagio quanto l’oppressore”.

Mentre oggi la scienza è osannata da ogni parte, e vista come l’unica disciplinare che può rendere libero l’uomo – quanto sapere completamente e soltanto oggettivo – ci si dimentica che essa è controllata da uomini che hanno un loro mondo soggettivo, dei loro fini e intenzioni.

Come ricordava Stefano Rodotà, infatti, oggi ritroviamo il potere del mercato alleato con il potere della scienza.

Abbiamo già visto nella storia che cosa succede quando la scienza – negando l’umanità ed alleandosi alla politica – esercita il suo controllo sui corpi.

Ma nella storia umana, quando il potere della scienza non umana comincia a impossessarsi della vita e dell’umano, controllandolo e costringendolo, si levano sempre idee e voci che concorrono a liberare e a dare potere alla vita stessa.

Il governo fa le leggi, certo.

Ma chi dice che siano giuste leggi?

In base a quali criteri di orientamento possiamo giudicare la natura della giurisprudenza che viene emanata?

E soprattutto chi giudica l’operato delle leggi?

I potenti, i governanti che noi immaginiamo saggi, che noi confidiamo essere degli amministratori corretti, in realtà sono persone solitamente e profondamente ignoranti, che non hanno tempo di studiare, che non hanno tempo per pensare.

Sono uomini d’azione, certo.

Uomini che riescono ad ottenere ciò che vogliono.

Ma che prendono decisioni sulle vite degli uomini in ambiti di cui non sanno nulla.

Non sono guidati da un’idea filosofica, da una visione alta, da un anelito verso gli uomini.

Ed allora chi si occupa di questi governanti?

Chi controlla il loro operato?

Nel 1946 il filosofo Martin Heidegger ricordando la figura del poeta Rainer Maria Rilke in occasione del ventennale della sue morte, davanti ad un ristretto pubblico, pronunciò probabilmente le piu’ importanti e profonde parole di tutto il Novecento.

Forse siamo nel momento in cui la notte del mondo va verso la sua mezzanotte. Forse questa epoca del mondo sta giungendo nel tempo della sua povertà estrema. O forse no, forse non ancora. Lungo il tempo, persino il terrore di per se preso come possibile causa della svolta, è inefficace finchè i mortali non abbiamo compiuto la svolta. Ma la svolta è compiuta da parte dei mortali solo se essi ritrovano la loro propria essenza”.

Ecco, per chi ha occhi per osservare e orecchie per sentire, le parole di Heidegger contengono una sintesi di una visione della vita così potente da scuotere le coscienze.

Parole come codici per decifrare i geroglifici indecifrabili sia di come adesso ci sentiamo sia di che cosa sta accadendo in questi tempi.

La svolta evocata da Heidegger non riguarda un andare oltre, andare in un altro luogo al di la di ciò che siamo.

Questo è semplicemente il cambiamento ovvero la mutazione della forma di ciò che siamo.

La svolta di Heidegger è paradossalmente un rientrare in noi stessi, nell’abitare originario, nella nostra essenza.

Nella nostra vera casa.

E non è il terrore, per quanto possa essere l’emozione piu’ abissale e piu’ sconvolgente, che può portare ad una svolta.

Perché la causa della svolta non fa parte del mondo emotivo.

La causa è nella risoluzione, nell’atto di volontà piu’ radicale di tutti.

Non un atto di volontà tra gli altri ma l’atto di volontà piu’ alto per cui prendiamo una decisione non su ragioni, giustificazioni, ruoli, considerazioni – che dobbiamo tenere presenti per poi mettere dietro le spalle – ma su di noi: siamo noi che coscientemente scegliamo così.

E’ davvero mezzanotte nel nostro mondo oggi.

E le tenebre sono così profonde, o sembrano essere così profonde, che a stento possiamo scorgere una luce, un orientamento, uno spiraglio.

Una via da seguire.

Chi ci può salvare oggi dalla mezzanotte del mondo?

La risposta sarà ovvia per molte persone.

Accendiamo il televisore, guardiamo i telegiornali, ascoltiamo quello che dicono tutti.

La risposta è sotto i nostri occhi ripetuta come un mantra.

E’ la scienza.

E’ la scienza che ci può salvare, gli scienziati ci possono salvare e chi altrimenti?

Ma io non vi nego che ho un po’ di perplessità in merito a questa risposta, per certi versi così ovvia.

Ho qualche perplessità perché grazie a Dio ho una memoria.

E perché credo che la verità non sia mai una somma di opinioni.

C’è una differenza sostanziale tra il parlare che riguarda il mondo delle opinioni ed il parlare che riesce a sfiorare il profondo, l’intimo della vita ovvero della realtà e della verità.

Ecco, quel parlare che si disinteressa delle apparenze e della narrazione dominante, ed anzi va dietro a queste apparenze per riportarci alla sostanza delle cose.

Penso da sempre che anche una volta che tutte le possibili domande scientifiche abbiano avuto risposta, i nostri problemi vitali non sarebbero comunque neppure sfiorati.

Possiamo fare una grande scoperta scientifica ad esempio ma ci saranno sempre dei dubbi nel come la si applica, nelle decisioni che si assumono: problemi di ordine morale, intenzionale ossia tutto quel mondo soggettivo che comunque lo scienziato ha eccome quando progetta nel suo laboratorio.

Ed è molto pericoloso quando lo scienziato estende il suo discorso, alimentato dalla cultura di massa ad ambiti che non riguardano strettamente il suo territorio.

Quel nesso tra scienza e potere di cui tanto ha raccontato il prof. Rodotà.

Non è un caso che nell’immediato dopoguerra, al processo dei responsabili politici del regime hitleriano, sia stato affiancato a Norimberga il processo ai medici e agli scienziati nazisti.

Vennero così scoperti gli orrori della sperimentazione estrema condotta da medici che avevano dimenticato il giuramento di Ippocrate, abbandonando come precetto quello di avere come obbligo il bene della persone curata.

Grazie a Dio ho memoria e ricordo il grande impegno assunto nel 1946 nei confronti dell’umanità con parole rilevatrici come “il consenso informato del soggetto umano è assolutamente essenziale”.

La persona che da oggetto del potere medico diventava soggetto.

La persona che aveva ed ha la libertà di prendere decisioni che la riguardano.

Una rivoluzione.

Una rivoluzione oggi incompiuta, osservando con attenzione ciò che sta accadendo.

Non c’è nulla di piu’ nobile che consacrare la propria vita a valori universali, gli unici che resteranno dopo questi anni di tenebre, valori che brilleranno come luce.

E questi non sono certi i valori della scienza di oggi.

Non riuscirò mai ad accettare questa forma deformata della scienza, non accetterò mai questa forma di assolutismo della scienza.