Il nuovo Report dell’Istituto Superiore della Sanità

di Stefano Pezzola

Le nuove infezioni da virus SARS-CoV -2 in Italia nel periodo 20 dicembre 2021 – 2 gennaio 2022 sono state 934.886 di cui 721 deceduti (tale valore non include le persone decedute nel periodo con una diagnosi antecedente al 20 dicembre).

Forte il ritardo di notifica in quest’ultima settimana.

In particolare il numero di casi notificati dalle regioni Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Toscana e dalla PA di Bolzano risentono di un forte ritardo di notifica dovuto a difficoltà tecnico- organizzative e forte pressione sui servizi sanitari.

Per l’undicesima settimana consecutiva, si conferma in Italia un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi di infezione.

Aumenta ancora più rapidamente l’incidenza settimanale a livello nazionale.

QUI puoi scaricare il nuovo Report pubblicato il 7 gennaio 2022 dall’Istituto Superiore di Sanità in riferimento all’Epidemia Covid-19.

Dall’inizio dell’epidemia alle ore 12 del 5 gennaio 2022, sono stati segnalati e riportati al sistema di sorveglianza integrata COVID-19 6.530.390 casi, di cui 137.285 deceduti.

L’efficacia del vaccino (riduzione del rischio rispetto ai non vaccinati) nel prevenire la diagnosi di infezione SARS-CoV-2 è pari a 77,6% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 64,5% tra i 91 e 120 giorni, e 41,6% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale.

Secondo quanto riportato a pag. 23 (Tabella n. 5) del Report, la percentuale degli italiani contagiati pur essendo vaccinati è sostanzialmente la stessa del totale della popolazione italiana vaccinata.

I non vaccinati ammontano a 6.563.253 mentre i vaccinati (ciclo incompleto e completo) raggiungono i 47.349.682.

Le diagnosi di SARS COV-2 tra i non vaccinati sono 251.412 contro le 856.955 tra i vaccinati.

In sostanza il vaccino non ha alcuna incidenza sulla diffusione delle attuali varianti del Covid-19 e non ne limita in alcun modo né la diffusione né la carica virale.

Le ospedalizzazioni raggiungono 8.278 pazienti tra i non vaccinati e 8.473 tra i vaccinati.

I decessi vengono quantificati in 1.170 tra i non vaccinati e 1.578 tra i vaccinati.

Bizzarro per la terza settimana di fila il dato delle Terapie Intensive che viene evidenziato in 1.202 tra i non vaccinati e 645 tra i vaccinati, quasi a far intendere che i deceduti tra i vaccinati non vengano neppure fatti transitare dalle Terapie Intensive.

L’ISS ci ricorda altresì che è noto che quando le coperture vaccinali nella popolazione sono elevate, si verifica il cosiddetto “effetto paradosso” per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile, se non maggiore, tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati, per via della progressiva diminuzione nel numero di questi ultimi.

Vediamo quindi il tasso di occupazione delle terapia intensive nel nostro Paese che raggiunge il 16%, dato assolutamente in linea con la media degli ultimi 15 anni riferita al periodo invernale.

Il vaccino quindi non sembra assolutamente limitare la circolazione del virus e pertanto più che di obbligo vaccinale per gli over 50 sarebbe opportuno e corretto parlare di obbligo terapeutico.

Lasciando da parte le disquisizioni semantiche il dato di fatto è che abbiamo avuto quasi un milione di contagi e 721 decessi in due settimane con un preoccupante aumento del tasso di reinfezione tra i vaccinati.

La probabilità di contrarre una reinfezione risulta più elevata negli operatori sanitari, tra l’altro in gran parte già inoculati con la dose booster.

Ed il Presidente Draghi che cosa afferma?

Gran parte dei problemi che sta affrontando l’Italia dipendono dai cittadini non vaccinati”.

Aggiungendo poi che “la scuola è fondamentale per la democrazia, va tutelata, protetta non abbandonata”.

Varrebbe la pena oggi chiedersi, quale Democrazia?