Cortona, Monti del Parterre: l’Amministrazione comunale spiega le cause della mancata riapertura

Il Comune di Cortona non può farsi carico degli oneri di messa in sicurezza e dei costi per ripristinare l’impianto Monti del parterre. Per questa motivazione l’Amministrazione comunale si è opposta alla restituzione anticipata della struttura che ora, ai sensi della decisione del giudice di Arezzo, è stata posta in custodia all’istituto vendite giudiziarie. Come previsto dalla convenzione firmata il 12 maggio del 2003, fra il Tennis Club Cortona e il Comune, il bene deve essere restituito in buono stato di funzionalità.

Qualsiasi spesa che il creditore, ovvero l’Amministrazione comunale di Cortona, dovesse sostenere al posto dell’associazione sportiva per ripristinare il buono stato di funzionalità costituirebbe danno erariale con tutte le conseguenze del caso.

«Non possiamo far pagare a tutti i cortonesi quel che spetta a qualcun altro – spiega il sindaco Luciano Meoni –  è davvero un peccato che la cittadinanza e i turisti non possano godere di questo impianto, ma non c’è altra via d’uscita. Quello che ormai è un ex gestore non ha inteso procedere al ripristino, secondo quanto previsto dalla convenzione, e ora il bene non può essere dato in gestione ad altri, ma soprattutto non è possibile attingere a bandi pubblici per ripianare lo stato di degrado. In queste situazioni vale la regola secondo cui a ciascuno spetti di fare la propria parte: il gestore avrebbe dovuto sistemare le cose e allora il Comune avrebbe potuto fare investimenti e rilanciare l’impianto beneficiando di tutte le opportunità previste dai bandi. Tuttavia, risorse esterne non possono essere utilizzate per risanare l’impianto dallo stato di degrado in cui è stato lasciato. Non lo dice il Comune, lo dice la convenzione del 2003. Secondo quanto rilevato durante il sopralluogo effettuato prima della causa intentata dall’associazione sportiva prosegue Meoni – sono stati conteggiati almeno 50 mila euro solo per gli interventi di messa in sicurezza ai quali vanno sommati quelli necessari a riportarlo al buono stato di funzionalità. È evidente che l’Amministrazione comunale si rivarrà sulla società debitrice in tutte le sedi per le opportune tutele del patrimonio pubblico».