Infortuni sul lavoro da Covid-19: nei primi tre mesi del 2022 si erano già superati i casi registrati nell’intero anno 2021

di Stefano Pezzola

L’articolo 42, comma 2, del Decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 dispone che nei casi accertati di infezione da coronavirus (SARS-CoV-2) in occasione di lavoro, il medico certificatore redige il consueto certificato di infortunio e lo invia telematicamente all’Inail che assicura, ai sensi delle vigenti disposizioni, la relativa tutela dell’infortunato.
Oggi decido di portare all’attenzione del lettori i dati al 31 ottobre 2022 degli infortuni sul lavoro da Covid-19 evidenziati dall’INAIL nel rapporto di cui al seguente link (Scheda Nazionale Infortuni sul Lavoro da Covid-19).
Raggiungiamo pag. 4) per leggere con attenzione che sono “305.395 denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 segnalate all’Inail dall’inizio dell’epidemia, circa un quinto del totale delle denunce di infortunio pervenute da gennaio 2020 e un’incidenza dell’1,3% rispetto al complesso dei contagiati nazionali comunicati dall’ISS alla stessa data. Rispetto al monitoraggio del 31 agosto 2022 (296.806 denunce) i casi in più sono 8.589 (+2,9%), di cui 3.630 riferiti ad ottobre e 2.150 a settembre, con i restanti casi riconducibili ai mesi precedenti: il consolidamento dei dati permette, infatti, di acquisire informazioni non disponibili nelle rilevazioni precedenti“.
L’anno 2020, con 148.986 infezioni denunciate, raccoglie il 48,8% di tutti i casi di contagio pervenuti fino al 31 ottobre 2022;
Il 2021, con 48.807 contagi denunciati, rappresenta il 16,0% degli infortuni da Covid-19 pervenuti da inizio pandemia;
Il 2022, con 107.602 contagi denunciati nei primi dieci mesi, pesa al momento il 35,2% di tutti quelli pervenuti da inizio pandemia fino al 31 ottobre di quest’anno; nei primi tre mesi si erano già superati i casi registrati nell’intero anno 2021.

L’impennata di contagi sul posto di lavoro relativa ai primi tre mesi del 2022 – che supera quelli registrati in tutto il 2021 – testimonia in modo incontrovertibile che i contagiati segnalati all’INAIL erano soggetti vaccinati, poiché i lavoratori del comparto sanitario, dell’istruzione, della difesa e delle forze dell’ordine, nonché tutti i lavoratori over 50 non vaccinati in quel periodo erano sospesi.